Il parto di Kate
Cosa dice mamma, Cosa fa il mondo

Il parto di Kate: le favole non esistono (e meno male)

Accartocciata in posizione fetale, mentre accanto dormiva beata la sua bambina di appena cinque chili partorita naturalmente e senza epidurale e con un travaglio di poche ore chediolabenedica perché fin troppe partorienti l’hanno gastemata.

Così stava la mia compagna di degenza, a sbafare cioccolata e gridare con la madre urlante pure lei. M fascn mal l pont (mi duole la sutura, ndr). Maaaà, addo stonn l pont? (Genitrice che anche tu mi hai partorito con dolore, dove sono i punti?)

Chiedo scusa per la mancanza di mimica, essenziale ma facilmente immaginabile se non considerate che era una signora, in presenza di sconosciuti.
Allò, sa’ addojè u pccion? Sott a destr (insomma a destra rispetto all’organo femminile da poco adoperato).

Quanto mi è sembrata strana quella famiglia. Ragazza madre che aveva incastrato un uomo sposato che poi, dopo essersela spassata per mesi, col cavolo che lasciava la sua famiglia per lei. Vi chiedete come faccio a saperlo? Perché tutta la famiglia ne parlava a un volume che questa storia l’hanno sentita pure nel reparto di otorinolaringoiatria. E tutti a dire: Ma è venuta bella, chi l’avrebbe mai detto che la facevi bella. Tralascio i dettagli ma questo per dire che sì, erano proprio strani.

Eppure tanto stupore non è stato nulla al cospetto di Kate. Dai, ma quanto deve essere strana la tua vita se a poche ore dal parto ti tocca la messa in piega, la manicure, il trucco e il saluto con la manina quando preferiresti di gran lunga un dito medio. Se non puoi goderti l’intimità di te e tuo figlio, del primo incontro tra i fratellini, la prima uscita in cinque. Dover essere bella e splendente quando, pur con più eleganza e stile, diciamolo, pure a te fanno male l pont!

Tanto lo sappiamo, Kate, che mentre stai in piedi in tempi da record stai solo tremando al pensiero della prima cacca dopo il parto, che dietro quel sorriso che va da parte a parte hai un assorbente che pure quello va da parte a parte. Non ci sono media tra noi partorienti, e nemmeno mezzi termini. Al limite parolacce in libertà. Dai, Kate, lo sappiamo che sotto quel vestito rosso e largo anche tu indossi i mutandoni con la retina.

Ero appena nata e mia madre – racconta sempre – guardando in TV il matrimonio di Diana e Carlo diceva: un giorno anche tu sarai una principessa. No, non ho incontrato un rampollo della dinastia reale e, grazie al cielo, ho una famiglia reale.

Questo post, leggermente rivisitato, è apparso per la prima volta al precedente parto di Kate (sì, è vizio il suo) su L’hai voluta la carrozzina

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